Battaglia di Corfù
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La battaglia di Corfù si svolse tra il 13 e il 26 settembre 1943, nell'ambito dei più vasti eventi dell'operazione Achse della seconda guerra mondiale.
Battaglia di Corfù parte dell'operazione Achse della seconda guerra mondiale | |||
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Soldati italiani caduti prigionieri dei tedeschi al termine della battaglia | |||
Data | 13-26 settembre 1943 | ||
Luogo | Corfù, Grecia | ||
Esito | vittoria tedesca | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Perdite | |||
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Occupata dall'Italia nell'aprile 1941, al momento dell'annuncio dell'armistizio tra italiani e Alleati l'8 settembre 1943 l'isola di Corfù in Grecia era presidiata da una numerosa guarnigione del Regio Esercito posta agli ordini del colonnello Luigi Lusignani, parte della 33ª Divisione fanteria "Acqui" dislocata per il resto nella non lontana Cefalonia. Mentre l'annuncio dell'armistizio lasciava nell'incertezza i comandi italiani, le truppe della Wehrmacht tedesca si mossero rapidamente per impossessarsi dell'intero arcipelago delle Isole Ionie, ritenuto essenziale per mantenere il controllo della Germania nazista sul resto della Grecia. Furono avanzate varie proposte di resa alla guarnigione italiana, tutte seccamente respinte da Lusignani che scelse invece di resistere, rafforzato dall'evacuazione sull'isola di altri reparti italiani dalla costa della vicina Albania.
Gli scontri iniziarono quindi il 13 settembre, con un attacco aereo dei tedeschi contro la città di Corfù; truppe tedesche tentarono di sbarcare sull'isola il 13 e il 15 settembre, ma furono in entrambi i casi respinte dalle artiglierie italiane. Assorbiti dalla conquista di Cefalonia, dove anche il resto della Divisione "Acqui" aveva scelto di opporre resistenza, i tedeschi accantonarono per il momento la conquista di Corfù; la Luftwaffe sottopose comunque l'isola a costanti bombardamenti aerei che logorarono la guarnigione, lasciata quasi del tutto priva di aiuti. Conquistata Cefalonia, i tedeschi tornarono a concentrasi su Corfù: sbarcati in forze il 24 settembre, grazie allo schiacciante supporto aereo riuscirono ben presto ad avere ragione della resistenza italiana, cessata nelle prime ore del 26 settembre. Il colonnello Lusignani e altri 26 ufficiali del presidio italiano furono fucilati dai tedeschi dopo la cattura, mentre il resto della guarnigione venne in massima parte deportato in Germania come internati militari italiani.