Età delle scoperte
periodo della storia d'Europa / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Età delle scoperte o Età delle esplorazioni geografiche o Rivoluzione geografica[2] sono termini informali e vagamente definiti per il primo periodo moderno, in gran parte sovrapposto alla cosiddetta "Età della vela", approssimativamente dal XV al XVIII secolo, in cui i marinai europei esplorarono regioni di tutto il mondo, la maggior parte delle quali erano già abitate ma sconosciute o quasi per i loro "scopritori". Più recentemente, alcuni studiosi hanno preferito coniare la nomenclatura Periodo di contatto[3] o Età dell'espansione europea.[4]
L'esplorazione marittima, guidata soprattutto dai portoghesi, divenne un potente fattore nella cultura europea, in particolare l'incontro europeo e la colonizzazione delle Americhe. Segna anche una maggiore adozione del colonialismo come politica di governo in diversi Stati europei, in quanto tale a volte è sinonimo della prima ondata di colonizzazione europea.
L'esplorazione europea al di fuori del Mediterraneo iniziò con le spedizioni marittime del Portogallo alle Canarie nel 1336.[5] Poco dopo, le scoperte portoghesi degli arcipelaghi atlantici di Madera e delle Azzorre (rivendicate dalla corona portoghese rispettivamente nel 1419 e nel 1427), poi della costa dell'Africa occidentale dopo il 1434 fino all'istituzione della rotta marittima per l'India nel 1498 da Vasco da Gama. La Corona di Castiglia (Spagna) sponsorizzò invece i viaggi transatlantici di Cristoforo Colombo verso le Americhe (1492-1504) e la prima circumnavigazione del globo (1519-1522) da parte di Ferdinando Magellano (completata da Juan Sebastián Elcano). Queste scoperte portarono a numerose spedizioni navali attraverso gli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico e spedizioni terrestri nelle Americhe, in Asia, in Africa e in Australia che continuarono fino alla fine del XIX secolo, seguite dall'esplorazione delle regioni polari nel XX secolo.
L'esplorazione oceanica europea generò il commercio internazionale e gli imperi coloniali, il contatto tra il Vecchio Mondo (Europa, Asia e Africa) e il Nuovo Mondo (le Americhe), così come l'Australia, originando il cosiddetto "scambio colombiano", un ampio trasferimento di piante, animali, cibo, popolazioni umane (compresi gli schiavi), malattie trasmissibili e cultura tra l'emisfero orientale e quello occidentale. L'età delle scoperte permise la rimodernazione delle mappature del mondo, determinando una nuova visione del globo e il contatto di civiltà lontane. Contemporaneamente, si propagavano nuove malattie che decimarono popolazioni (fondamentalmente i nativi americani) mai entrate in contatto con il Vecchio Mondo. Fu un'epoca molto caratterizzata da schiavitù, sfruttamento, conquista militare e crescente influenza economica, tecnologica e culturale dell'Europa sulle popolazioni indigene.