Interpretazione cristiana dell'Antica Alleanza
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L'alleanza mosaica o Legge di Mosè - che i cristiani generalmente chiamano "Antica Alleanza" (in contrapposizione alla Nuova Alleanza) - ha svolto un ruolo importante nelle origini del Cristianesimo e ha suscitato serie controversie fin dal suoi inizi: si noti per esempio l'insegnamento della Legge da parte di Gesù durante il suo Discorso della Montagna e la controversia sulla circoncisione.
I membri dell’Ebraismo rabbinico[1] affermano che Mosè presentò le leggi religiose ebraiche al popolo d’Israele e che tali leggi non si applicano ai gentili (inclusi i cristiani), ad eccezione delle Leggi di Noè, che secondo gli insegnamenti rabbinici possiedono valore universale.
La maggior parte dei cristiani, come la Chiesa cattolica, le Chiese riformate e le Chiese metodiste, credono che dell'Antico Patto siano ancora applicabili solo le parti che riguardano la legge morale[2][3][4] (in opposizione alla legge cerimoniale[nota 1]), una minoranza crede che nessuna norma si applichi, mentre i teologi del doppio patto credono che l'Antica Alleanza rimanga valida solo per gli Ebrei. Gli ebrei messianici ritengono che tutte le parti si applichino ancora ai credenti in Gesù e nella Nuova Alleanza. Esistono diverse prospettive cristiane sull'Antica Alleanza.