Scozia nel Basso Medioevo
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Nel periodo tra la morte di Alessandro III nel 1286 e quella di Giacomo IV nel 1513, la Scozia lottò per la propria indipendenza dall'Inghilterra sotto la guida di capi come William Wallace alla fine del XIII secolo e Robert Bruce nel XIV secolo. Nel secolo successivo, sotto la dinastia stuarda, la corona ottenne un solido controllo politico a spese dei baroni e recuperò i territori perduti fino a raggiungere all'incirca i confini attuali. Tuttavia, l'alleanza con la Francia (Auld Alliance) portò alla pesante sconfitta scozzese nella battaglia di Flodden Field nel 1513 nella quale perse la vita il re James IV, seguita da un lungo periodo di sudditanza politica e di instabilità.
L'economia scozzese si sviluppa lentamente in questo periodo, e la popolazione -probabilmente intorno al milione a metà 1300- inizia a declinare dopo l'arrivo della peste nera, riducendosi a circa mezzo milione all'inizio del XVI secolo. Nelle regioni meridionali (le Lowlands) e in quelle settentrionali (le Highlands) si sviluppano sistemi sociali e culture differenti: il gaelico resta la lingua più diffusa a nord del fiume Tay mentre nel sud domina lo scozzese medio, che diventa la lingua della classe dirigente, del governo e della nascente letteratura nazionale. In campo religioso si diffondono gli ordini mendicanti, e nascono nuovi tipi di devozione particolarmente nelle città (burgh) in pieno sviluppo.
Alla fine del periodo, la Scozia aveva adottato molti degli elementi principali del Rinascimento europeo in campo artistico, architettonico e letterario e aveva sviluppato un sistema educativo organizzato. In questo periodo emerge in Scozia una chiara identità nazionale, insieme a rilevanti differenze tra le regioni del paese che si riveleranno molto significative nel periodo della Riforma.