LOFAR
radiotelescopio a bassa frequenza / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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LOFAR (Low Frequency Array) è un grande radiotelescopio europeo situato nei Paesi Bassi, completato nel 2012 e gestito da ASTRON, l'Istituto olandese per la radioastronomia e la ricerca scientifica dei Paesi Bassi, e dai suoi collaboratori internazionali.
LOFAR | |
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Il centro LOFAR ("superterp") vicino Exloo, Paesi Bassi | |
Organizzazione | ASTRON |
Stato | Paesi Bassi |
Coordinate | 52°54′32″N 6°52′08″E52°54′32″N, 6°52′08″E |
Fondazione | 2006-2012 |
Sito | www.lofar.org/ |
Radio telescopio | |
Mappa di localizzazione | |
LOFAR consta di una rete di 51 antenne omnidirezionali con lo scopo di studiare alcune delle frequenze più basse osservabili dalla Terra[1], in cui i segnali provenienti dalle singole antenne separate non sono combinati in tempo reale, come avviene nella maggior parte delle reti riceventi. I segnali elettronici provenienti dalle singole antenne sono digitalizzati, trasportati ad un elaboratore centrale e combinati mediante software per emulare un'antenna convenzionale. Il progetto si basa su una rete interferometrica di radiotelescopi che utilizza circa 20.000 piccole antenne concentrate in una cinquantina di stazioni distribuite nei Paesi Bassi, Germania, Gran Bretagna, Francia e Svezia e finanziate dai rispettivi paesi. L'Italia, con l'istituto nazionale di astrofisica, ha aderito al progetto nel 2018 con la collaborazione della stazione situata presso l'osservatorio di Medicina, Bologna.[2] Ulteriori stazioni possono essere collocate in altri paesi europei. La superficie totale di raccolta utile è di circa 300000 metri quadrati, a seconda della frequenza operativa e della configurazione delle antenne.[3] Il trattamento dei dati viene eseguito da un supercomputer Blue Gene / P situato presso l'università di Groningen, Paesi Bassi. LOFAR è anche un precursore della tecnologia utilizzata nello sviluppo dello Square Kilometre Array.