Mari (città antica)
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Mari (in sumerico: 𒈠𒌷𒆠 MA-RIKI; oggi in arabo: تل حريري Tell Hariri) è stata un'importante città mesopotamica, contemporanea di Uruk, fondata intorno alla fine del IV millennio a.C. (primi insediamenti intorno al V millennio a.C.). Lo sviluppo crescente del commercio e la sempre maggiore richiesta di materie prime provenienti da nord, crearono, nella fase subito precedente al periodo protodinastico, la necessità di fondare nuove città e centri commerciali in grado di controllare e rendere sicure le vie mercantili[1]. Mari fu fondata con lo scopo di controllare una zona nevralgica, situata nella confluenza di importanti vie commerciali fluviali, provenienti da nord lungo l'Eufrate, e carovaniere provenienti da ovest e da est[1]. In breve divenne un'importante e ricco centro commerciale che collegava Sumer a sud con la Siria a ovest, i cui cittadini erano noti per l'agiatezza, l'eleganza nel vestire e la cura del proprio aspetto fisico[1].
Mari 𒈠𒌷𒆠 تل حريري | |
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Resti del Palazzo Reale di Mari del II millennio a.C. | |
Civiltà | Semitica, Sumerica |
Epoca | IV millennio a.C. - II millennio a.C. |
Localizzazione | |
Stato | Siria |
Governatorato | Governatorato di Deir el-Zor |
Dimensioni | |
Superficie | 140 000 m² |
Scavi | |
Date scavi | dal 1933 (più di 40 campagne successive) |
Archeologo | André Parrot, J. Cl. Margueron, Pascal Buterlin |
Mappa di localizzazione | |
Fu un importante centro sumerico tra il 2900 e il 1761 a.C. e arrivò al massimo splendore agli inizi del II millennio a.C., finché non fu distrutta dal re Hammurabi di Babilonia nel 1761 a.C.[2]. Il sito archeologico della città forma una collina che si trova oggi in Siria, a circa 11 km dalla cittadina di Abu Kamal[2] (o Al Bukamal[3]) sulla riva ovest del tratto intermedio del fiume Eufrate, a circa 120 km sud-est di Deir ez-Zor e a circa 30 km dalla frontiera con l'Iraq, costituisce uno fra i più importanti siti archeologici mesopotamici.[4]
La prima Mari fu abbandonata all'inizio nella metà del XXVI secolo a.C. per motivi sconosciuti, ma fu ricostruita prima del 2500 a.C. e divenne la capitale di un regno che controllerà l'est semitico[1]. Questa seconda Mari, città cosmopolita ma di organizzazione e cultura sumerica, ingaggiò una lunga guerra con la sua rivale Ebla, con alterne fortune, fino a quando fu conquistata e distrutta nel 2300 circa a.C. da Sargon di Akkad[1].
La città fu ricostruita durante il dominio accadico e posta sotto il controllo di governatori che portavano il titolo di Shakkanakku (governatori militari). Nella fase di dissoluzione dell'impero accadico i governatori si resero indipendenti e fecero di Mari nuovamente un regno in grado di controllare la valle del medio Eufrate. Nella prima metà del XIX secolo a.C. la dinastia dei Shakkanakku si estinse e il controllo del regno passò alla dinastia amorrita di Lim che però ebbe vita breve e la città venne conquistata e distrutta nel 1761 a.C., in età paleo-babilonese. La città sopravvisse come piccolo centro durante l'impero Babilonese, Assiro e poi Persiano per spopolarsi in epoca ellenistica.
I Marioti veneravano sia dei sumerici sia semitici e fecero della loro città un centro dell'antico commercio un ponte fra mondo semita e sumero e, sebbene nel periodo pre-Amorrita la città fosse sotto l'influsso dalla cultura sumera, Mari non fu mai una città di immigrati sumeri, ma piuttosto una nazione di lingua semitica che parlava un dialetto simile all'Eblaita. Successivamente gli Amorrei, che erano semiti dell'ovest, iniziarono a colonizzare l'area poco prima del XXI secolo a.C. e durante il periodo della dinastia Lim (circa 1830 a.C.) divennero la popolazione dominante del regno mariota e di tutta la Mezzaluna Fertile[5].
La scoperta della città nel 1933 permise di approfondire la conoscenza della mappa geopolitica dell'antica Mesopotamia e Siria, grazie al rinvenimento di altre 25000 tavolette di argilla che contenevano importanti informazioni circa l'amministrazione dello stato durante il secondo millennio a.c. e la natura dei rapporti diplomatici fra le entità statali della regione. Esse rivelarono anche le vaste reti commerciali del XVIII secolo a.C., che connettevano territori lontani come l'Afghanistan nel sud asiatico e Creta nel Mediterraneo[5]. La città sotto la dinastia Lim divenne una sontuosa capitale ricca di edifici maestosi, abbelliti da numerose statue e affreschi. Fra questi spiccava il palazzo reale, noto per la sua bellezza fin dai tempi antichi[5].